La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

Valerio Tagliaferri

"La Foglia d'Acanto" è il podcast che nasce dall'amore – o forse sarebbe meglio dire, dall'ossessione – per le storie. Che siano scritte su carta, proiettate su uno schermo o diluite in più puntate da divorare sul divano. Dopo aver trascorso anni a scrivere recensioni per il mio blog www.valeriotagliaferri.it, ho deciso di portare questa passione anche in formato audio, per permettervi di ascoltare le mie riflessioni mentre andate al lavoro, preparate la cena o semplicemente cercate un po' di compagnia durante le giornate frenetiche. Buon ascolto, Valerio.

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Recensione “Il caso Drabble” di Don Siegel (1974)

Quando il figlio di un agente segreto britannico viene rapito da una misteriosa organizzazione legata all'IRA, il maggiore John Tarrant si trova improvvisamente nel mirino dei suoi stessi superiori.

Don Siegel firma un thriller spionistico del 1974 dove Michael Caine interpreta un uomo solo contro tutti, costretto a muoversi nelle zone d'ombra dei servizi segreti per salvare suo figlio e smascherare un traditore infiltrato.

Tratto dal romanzo "Seven Days to a Killing" di Clive Egleton, il film gioca su un doppio binario: da una parte l'angoscia paterna, dall'altra l'intrigo paranoico di un sistema che divora i propri agenti. Siegel costruisce una trama a scatole cinesi con echi hitchcockiani, dove il confine tra alleati e nemici diventa impercettibile.

Il ritmo è serrato, l'atmosfera autunnale e cupa, mentre Caine disegna un protagonista dalla maschera imperturbabile che nasconde disperazione. Accanto a lui, un cast di caratteristi impeccabili come Donald Pleasence e Delphine Seyrig.

Non è il capolavoro del regista, ma resta un esempio rigoroso di cinema d'azione e suspense degli anni Settanta, dove l'individuo lotta contro le istituzioni che dovrebbero proteggerlo.

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Recensione “Animal House” di John Landis (1978)

Preparatevi a rivivere il caos puro del college più scatenato del cinema. In questa puntata esploriamo "Animal House", la leggendaria commedia di John Landis che nel 1978 ha rivoluzionato il genere e lanciato la carriera di John Belushi.

Dalla confraternita Delta Tau Chi alle epiche feste che hanno fatto storia, analizziamo come questo film abbia definito l'immaginario della vita universitaria americana per generazioni. Scopriremo perché la ribellione anarchica dei protagonisti contro il perbenismo ipocrita del college continua a far ridere e risuonare ancora oggi.

Un'opera che ha ispirato decenni di commedie adolescenziali e che rimane un cult intramontabile, capace di mescolare umorismo dissacrante e satira sociale con un'energia contagiosa che non conosce tempo.

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Recensione “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo!” di Sidney Pollack (1972)

Sidney Pollack con "Corvo Rosso non avrai il mio scalpo!" firma una dei film western più maturi e riflessivi mai realizzati. Robert Redford è Jeremiah Johnson, il protagonista di un film che ha saputo trasformare il genere in qualcosa di più profondo: una meditazione sulla condizione umana, sulla solitudine e sulla ricerca impossibile di un paradiso perduto.

Un viaggio indimenticabile nell'anima di un uomo che voleva vivere secondo le sue regole in una Natura maestosa ma al tempo stesso feroce.

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Recensione "Dark Crystal" di Jim Henson e Frank Oz (1982)

In questa puntata esploriamo il capolavoro visionario di Jim Henson e Frank Oz, un'opera che ha ridefinito il cinema fantasy degli anni '80.

"Dark Crystal" ci trasporta in un mondo alieno dove magia e tecnologia dei pupazzi si fondono in un'esperienza cinematografica unica. Scopriamo insieme la storia di Jen e Kyra, gli ultimi Gelfling, chiamati a restaurare il cristallo oscuro e riportare equilibrio nel pianeta Thra.

Analizziamo la straordinaria maestria artigianale dietro ogni creatura, l'oscurità inaspettata della narrazione e l'eredità duratura di questo film che ha ispirato generazioni. Un viaggio nell'immaginario di Henson oltre i Muppet, dove la fantasia diventa tangibile e ogni fotogramma è un'opera d'arte.

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Recensione “Una meravigliosa domenica” di Akira Kurosawa (1947)

"Una meravigliosa domenica" rappresenta uno dei capitoli più intimi e toccanti del cinema di Akira Kurosawa, realizzato nel difficile dopoguerra giapponese. Il film segue una giovane coppia senza denaro che trascorre insieme l'unica giornata libera della settimana, vagando per una Tokyo devastata in cerca di piccole gioie gratuite.

Attraverso questa storia apparentemente semplice, Kurosawa esplora con delicatezza i temi della speranza, della resilienza e del potere dell'immaginazione di fronte alle avversità materiali. La pellicola si distingue per la sua umanità profonda e per uno stile neorealista insolito nel regista giapponese, capace di trasformare la povertà in poesia visiva.

La sequenza finale resta uno dei momenti più memorabili e commoventi della filmografia di Kurosawa, celebrando la forza dello spirito umano e la capacità dell'amore di illuminare anche le circostanze più buie. Un'opera preziosa che merita riscoperta.