La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

Valerio Tagliaferri

"La Foglia d'Acanto" è il podcast che nasce dall'amore – o forse sarebbe meglio dire, dall'ossessione – per le storie. Che siano scritte su carta, proiettate su uno schermo o diluite in più puntate da divorare sul divano. Dopo aver trascorso anni a scrivere recensioni per il mio blog www.valeriotagliaferri.it, ho deciso di portare questa passione anche in formato audio, per permettervi di ascoltare le mie riflessioni mentre andate al lavoro, preparate la cena o semplicemente cercate un po' di compagnia durante le giornate frenetiche. Buon ascolto, Valerio.

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“Un affare di donne” di Claude Chabrol (1988)

Recensione del film: Claude Chabrol realizza com maestria una delle sue opere più potenti e disturbanti. Ambientato nella Francia occupata durante la Seconda Guerra Mondiale, il film racconta la vera storia di Marie-Louise Giraud, interpretata da una straordinaria Isabelle Huppert. Questa donna comune, per sopravvivere alle difficoltà economiche del periodo, inizia a praticare aborti clandestini, finendo per diventare una delle ultime donne giustiziate in Francia. Con uno sguardo lucido e spietato, Chabrol dipinge un ritratto complesso della società francese sotto il regime di Vichy, esplorando temi come la moralità in tempi di crisi, l'emancipazione femminile e l'ipocrisia sociale.


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“Luv vuol dire amore?” di Clive Donner (1967)

Recensione del film "Luv vuol dire amore?": una commedia diretta dal regista britannico Clive Donner. Basata sull'omonima opera teatrale di Broadway di Murray Schisgal, questa pellicola vede protagonisti Jack Lemmon, Peter Falk e Elaine May in un triangolo amoroso che irride con acidità le convenzioni sociali e le manie esistenzialiste dell'epoca. Ambientata a New York, la commedia racconta di Harry (Jack Lemmon), un uomo d'affari che, dopo essere stato salvato dalll'amico Milt (Peter Falk) dal suicidio, finisce coinvolto in un bizzarro intreccio sentimentale con la moglie di quest'ultimo, Ellen (Elaine May). Con uno humor nero che anticipa il cinema indie degli anni successivi, Donner trasforma una riflessione sul matrimonio e la disperazione moderna in una farsa dai toni surreali che merita ancora oggi di essere riscoperta.

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“Piombo rovente” di Alexander Mackendrick (1957)

Un noir affilato come un rasoio che vede Tony Curtis e Burt Lancaster in due delle interpretazioni più memorabili della loro carriera. Alexander Mackendrick firma una regia impeccabile, trasformando la New York notturna in un palcoscenico di ambizione, corruzione e manipolazione mediatica. Un film che, a oltre 60 anni dalla sua uscita, rimane incredibilmente attuale nella sua analisi del potere della stampa e dei suoi abusi.


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“Manodopera” di Alain Ughetto (2022)

Alain Ughetto firma un'opera straordinaria che supera i confini del cinema d'animazione, trasformando "Monodopera" in un viaggio intimo e rivoluzionario attraverso le pieghe dell'identità lavorativa. Un racconto animato che dissolve i confini tra arte, lavoro e narrazione personale, dove ogni fotogramma è un respiro, ogni movimento un racconto.

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“Il porto delle nebbie” di Georges Simenon (1932)

Quando la nebbia si addensa sui moli di Le Havre, il commissario Maigret si trova ancora una volta immerso in un'indagine che va ben oltre il semplice crimine. Georges Simenon, maestro del romanzo poliziesco, tratteggia in "Il porto delle nebbie" un ritratto umano profondo, dove l'atmosfera cupa e l'indagine si fondono in un racconto che scava nell'animo umano con la precisione di un bisturi.