La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

Valerio Tagliaferri

"La Foglia d'Acanto" è il podcast che nasce dall'amore – o forse sarebbe meglio dire, dall'ossessione – per le storie. Che siano scritte su carta, proiettate su uno schermo o diluite in più puntate da divorare sul divano. Dopo aver trascorso anni a scrivere recensioni per il mio blog www.valeriotagliaferri.it, ho deciso di portare questa passione anche in formato audio, per permettervi di ascoltare le mie riflessioni mentre andate al lavoro, preparate la cena o semplicemente cercate un po' di compagnia durante le giornate frenetiche. Buon ascolto, Valerio.

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“Fiore di cactus” di Gene Saks (1969)

"Fiore di cactus" (Cactus Flower) è una brillante commedia romantica del 1969 diretta da Gene Saks che mescola sapientemente equivoci, bugie e sentimenti autentici. Con un trio di protagonisti eccezionali - Walter Matthau nei panni di un dentista scapolo incallito, Ingrid Bergman come la sua efficiente e sottovalutata assistente, e Goldie Hawn (che vinse l'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista) nel ruolo della giovane e ingenua amante - il film ci regala una storia scanzonata sulla maturità emotiva e sul coraggio necessario per abbracciare la verità nei rapporti.

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“Spirito allegro” di David Lean (1945)

"Spirito allegro" (Blithe Spirit) è una brillante commedia soprannaturale diretta dal maestro David Lean nel 1945, tratta dall'omonima opera teatrale di Noël Coward. Con Rex Harrison nei panni di Charles Condomine, uno scrittore tormentato dal fantasma della sua prima moglie Elvira dopo una seduta spiritica, il film ci regala un'esilarante esplorazione dell'aldilà che sconvolge il suo attuale matrimonio con Ruth. La magistrale interpretazione di Margaret Rutherford nel ruolo dell'eccentrica medium Madame Arcati e i sorprendenti effetti speciali, premiati con l'Oscar, rendono questo classico una pietra miliare della commedia britannica, dove l'occhio visionario di Lean trasforma una storia di fantasmi in un'elegante riflessione sui legami matrimoniali che persistono oltre la morte.

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“Lo spaventapasseri” di Jerry Schatzberg (1973)

"Lo Spaventapasseri" (titolo originale: "Scarecrow", 1973) diretto da Jerry Schatzberg è una gemma nascosta del cinema americano degli anni '70. Questo road movie intenso e commovente segna l'incontro di due giganti della recitazione: Gene Hackman nel ruolo di Max, un ex detenuto dal temperamento esplosivo, e Al Pacino nei panni di Lion, un ex marinaio ingenuo e sognatore.

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“A Milano non fa freddo” di Giuseppe Marotta (1965)

"A Milano non fa freddo" di Giuseppe Marotta è un affascinante ritratto della Milano del dopoguerra, vista attraverso gli occhi di un napoletano trapiantato al Nord. Con uno stile narrativo che fonde ironia, nostalgia e acuta osservazione sociale, Marotta ci regala un'opera che va ben oltre il semplice racconto autobiografico. Il titolo, apparentemente paradossale, nasconde una verità più profonda: nella fredda metropoli lombarda, l'autore riesce a scorgere un inaspettato calore umano dietro la proverbiale riservatezza dei milanesi. Una delle vette della letteratura italiana del Novecento.


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“La verità” di Henri-Georges Clouzot (1960)

"La verità" (La Vérité) è un'opera magistrale che ha segnato la storia del cinema francese degli anni '60. In questo intenso dramma giudiziario, Henri-Georges Clouzot dirige una straordinaria Brigitte Bardot nel ruolo più drammatico e profondo della sua carriera. Dominique Marceau, il suo personaggio, è una giovane donna processata per l'omicidio del suo ex amante. Attraverso una serie di flashback durante il processo, emergono le complesse sfaccettature di una storia d'amore tragica e ossessiva. Il film non si limita a essere un semplice thriller giudiziario, ma diventa una potente critica alla società francese dell'epoca e ai suoi pregiudizi morali, in particolare verso la libertà femminile. Clouzot riesce a trasformare il sensazionalismo di un fatto di cronaca in un'analisi spietata della natura umana e del concetto stesso di verità.