La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

Valerio Tagliaferri

"La Foglia d'Acanto" è il podcast che nasce dall'amore – o forse sarebbe meglio dire, dall'ossessione – per le storie. Che siano scritte su carta, proiettate su uno schermo o diluite in più puntate da divorare sul divano. Dopo aver trascorso anni a scrivere recensioni per il mio blog www.valeriotagliaferri.it, ho deciso di portare questa passione anche in formato audio, per permettervi di ascoltare le mie riflessioni mentre andate al lavoro, preparate la cena o semplicemente cercate un po' di compagnia durante le giornate frenetiche. Buon ascolto, Valerio.

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Recensione “Il figlio di Giuda” di Richard Brooks (1960)

Un Oscar meritatissimo per Burt Lancaster nel ruolo di Elmer Gantry, predicatore senza scrupoli de "Il figlio di Giuda" di Richard Brooks.

Tratto dal romanzo di Sinclair Lewis, questo capolavoro del 1960 offre un ritratto spietato e coraggioso dell'ipocrisia religiosa americana. Al fianco di Lancaster brillano Jean Simmons e una straordinaria Shirley Jones in un film che ha saputo anticipare molte tematiche del cinema moderno.

Regia magistrale, interpretazioni memorabili e una lucidità narrativa che rende questo dramma una pietra miliare del cinema hollywoodiano spesso dimenticata dal grande pubblico.


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Recensione “Il fiuto di Sherlock Holmes” di Marco Pagot e Gi Pagot (1984)

Prima dello Studio Ghibli, prima di "Totoro" e della "Principessa Mononoke", Hayao Miyazaki creò un piccolo miracolo dell'animazione.

Immaginatevi l'Inghilterra vittoriana popolata da cani antropomorfi, dove il celebre detective di Baker Street risolve misteri a bordo di incredibili macchine volanti progettate dalla fantasia del futuro maestro del cinema d'animazione.

Questa serie del 1984, coprodotta fra Italia e Giappone, rappresenta un momento unico nella carriera di Hayao Miyazaki: qui sperimenta per la prima volta quel mix perfetto di avventura, tecnologia retrò e magia che renderà immortali i suoi film.

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Recensione “Le rose di Shell” di Siobhan Dowd (2016)

Michelle, che tutti chiamano Shell, è un’adolescente apparentemente come molte altre della sua generazione e del suo Paese che, come il nostro, è molto cattolico. Shell è la sorella maggiore di Johnny e Trix e, soprattutto, solo un anno prima ha perso prematuramente la madre...

Dowd affronta temi universali - responsabilità, famiglia disfunzionale, coraggio di scegliere - con una prosa poetica che tocca le corde più profonde dell'animo umano. La campagna irlandese della prima metà degli anni Ottanta diventa il palcoscenico perfetto per questa storia di rinascita.

La maestria narrativa di Dowd, il simbolismo delle rose e la costruzione psicologica dei personaggi ci racconta in maniera davvero efficace che la vera forza si nasconde dietro un cuore generoso.

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Recensione “Stay – Nel labirinto della mente” di Marc Forster (2005)

Un'opera che nel 2005 ha lasciato il pubblico completamente spiazzato e la critica profondamente divisa. Con un cast stellare formato da Ryan Gosling, Ewan McGregor e Naomi Watts, questo thriller psicologico si presenta come un vero e proprio rompicapo cinematografico.

La storia segue Sam Foster, uno psichiatra interpretato da McGregor, alle prese con il caso di Henry Letham, un giovane studente d'arte suicida dato vita da un intenso Ryan Gosling.

Ma quello che inizia come un classico thriller psicologico si trasforma rapidamente in qualcosa di molto più ambizioso e rischioso: un viaggio onirico dove i confini tra realtà, sogno e allucinazione svaniscono completamente.

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Recensione “Seduzione mortale” di Otto Preminger (1953)

"Seduzione Mortale" è il capolavoro del 1953 firmato Otto Preminger che ha fatto tremare Hollywood e la censura dell'epoca.


Un film che racconta la storia di Frank Jessup, interpretato da un magnetico Robert Mitchum, meccanico e autista che si ritrova intrappolato nella ragnatela di passioni e inganni tessuta dalla ricca e pericolosa Diane Tremayne, incarnata da una Jean Simmons in stato di grazia.


Preminger, maestro del thriller psicologico, costruisce un racconto claustrofobico dove ogni sguardo nasconde un secondo fine e ogni carezza può essere l'ultima. La villa di Beverly Hills diventa il teatro di una partita mortale tra desiderio e distruzione, dove nessuno è davvero innocente.