La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

Valerio Tagliaferri

"La Foglia d'Acanto" è il podcast che nasce dall'amore – o forse sarebbe meglio dire, dall'ossessione – per le storie. Che siano scritte su carta, proiettate su uno schermo o diluite in più puntate da divorare sul divano. Dopo aver trascorso anni a scrivere recensioni per il mio blog www.valeriotagliaferri.it, ho deciso di portare questa passione anche in formato audio, per permettervi di ascoltare le mie riflessioni mentre andate al lavoro, preparate la cena o semplicemente cercate un po' di compagnia durante le giornate frenetiche. Buon ascolto, Valerio.

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Recensione “Following” di Christopher Nolan (1998)

Prima di "Memento" e "Inception", Christopher Nolan realizzò con appena 6.000 dollari un piccolo capolavoro in bianco e nero che già conteneva tutto il suo DNA creativo. "Following" è un thriller noir che dimostra come talento e visione possano creare cinema d'autore anche senza budget.

Scopriamo insieme come il giovane Nolan riuscì a costruire una narrazione complessa e labirintica in soli 70 minuti, creando un'opera che anticipava i suoi futuri capolavori. Un film che ogni cinefilo dovrebbe conoscere e che ci ricorda perché il cinema indipendente può essere rivoluzionario.

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Recensione "Rivolta al blocco 11" di Don Siegel (1954)

"Rivolta al Blocco 11" rappresenta uno dei lavori più crudi e realistici di Don Siegel, un film che anticipa di anni i grandi capolavori del cinema carcerario. Girato nel 1954 con un budget ridotto ma con una visione cinematografica straordinaria, questo thriller drammatico esplora le tensioni esplosive all'interno di un penitenziario, dove la disperazione dei detenuti si trasforma in una rivolta violenta e disperata.

Il film segue la storia di James V. Dunn, un detenuto che cerca di organizzare una fuga, ma che si ritrova coinvolto in una sommossa che sfugge rapidamente al controllo. Siegel costruisce un'atmosfera claustrofobica e opprimente, utilizzando la location reale del penitenziario di Folsom per conferire autenticità assoluta alla narrazione.

Ciò che rende "Rivolta al Blocco 11" un'opera significativa è la sua capacità di trattare temi universali come la giustizia, la redenzione e la natura umana in condizioni estreme, senza mai cadere nella retorica o nel sentimentalismo. Il regista presenta i personaggi con sfumature morali complesse, evitando la semplificazione tra buoni e cattivi.

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Recensione "Io sono un campione" di Lindsay Anderson (1963)

"Io sono un campione" non è semplicemente un film sul rugby, ma un'opera cinematografica che esplora con brutalità poetica i temi della classe sociale, dell'ambizione frustrata e della solitudine urbana nell'Inghilterra post-bellica.

Il debutto alla regia di Lindsay Anderson, figura chiave del movimento Free Cinema, ci regala un ritratto impietoso e magistrale di Frank Machin, interpretato da un Richard Harris in stato di grazia, che attraverso lo sport cerca una via d'uscita dalla propria condizione sociale, trovando invece nuove forme di alienazione.

Anderson riesce a trasformare il campo da rugby in una metafora dell'arena sociale, dove i corpi si scontrano non solo per vincere una partita, ma per conquistare dignità, rispetto e amore in una società che sembra negarli sistematicamente.

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Recensione "Il giorno dopo la fine del mondo" di Ray Milland (1962)

Quando, nel 1962, Ray Milland anticipò Mad Max...

Il giorno dopo la fine del mondo" di Ray Milland è un piccolo capolavoro del cinema post-apocalittico che ha anticipato di decenni temi e atmosfere poi diventati classici del genere.

Un thriller di sopravvivenza crudo e visionario che trasforma una normale famiglia americana in spietati combattenti per la sopravvivenza, dove il biblico "dente per dente" diventa l'unica legge in un mondo senza regole.

Ray Milland - regista, protagonista e vero visionario - ci mostra come la civiltà possa crollare in poche ore e come persone comuni possano trasformarsi quando tutto ciò che conoscevano cessa di esistere.

Un film che oggi risulta "politically incorrect" ma che conserva intatto il suo fascino perturbante e la sua capacità di porre domande scomode sulla natura umana.

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Recensione “Il tempo si è fermato” di John Farrow (1948)

Quando John Farrow sfidò le convenzioni del noir.

In questo episodio analizziamo un gioiello sottovalutato del cinema degli anni '40, con Ray Milland e Charles Laughton in stato di grazia.

Un film che ha saputo anticipare temi e atmosfere che il cinema avrebbe riscoperto decenni dopo. Una pellicola che ha ispirato numerosi film di genere nei decenni successivi.

Un vero gioiello in bianco e nero degli anni Quaranta.