La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

Valerio Tagliaferri

"La Foglia d'Acanto" è il podcast che nasce dall'amore – o forse sarebbe meglio dire, dall'ossessione – per le storie. Che siano scritte su carta, proiettate su uno schermo o diluite in più puntate da divorare sul divano. Dopo aver trascorso anni a scrivere recensioni per il mio blog www.valeriotagliaferri.it, ho deciso di portare questa passione anche in formato audio, per permettervi di ascoltare le mie riflessioni mentre andate al lavoro, preparate la cena o semplicemente cercate un po' di compagnia durante le giornate frenetiche. Buon ascolto, Valerio.

En cours de lecture

Recensione “Stop a Greenwich Village” di Paul Mazursky (1976)

"Stop a Greenwich Village” è uno dei ritratti più autentici e commoventi della giovinezza artistica mai portati sullo schermo. Paul Mazursky firma nel 1976 un film profondamente autobiografico ambientato nella New York del 1953, raccontando le aspirazioni, le insicurezze e i sogni di Larry Lapinsky, aspirante attore che lascia Brooklyn per immergersi nella bohème del Village.

Con Lenny Baker in uno stato di grazia assoluto, il film dipinge con tenerezza e ironia un microcosmo di poeti, attori squattrinati, intellettuali e sognatori che popolavano i caffè e i sottoscala di quella New York ormai perduta.

Mazursky bilancia perfettamente commedia e malinconia, restituendo l'euforia delle prime scoperte artistiche e sentimentali insieme al dolore della crescita e del distacco familiare. Shelley Winters è indimenticabile nei panni della madre opprimente ma amorevole.

Il film cattura l'energia febbrile di un'epoca in cui tutto sembrava possibile, quando bastava un monolocale sporco e la compagnia giusta per sentirsi al centro del mondo. È un'opera intima, sincera, che parla a chiunque abbia inseguito un sogno lasciandosi alle spalle certezze e radici.


En cours de lecture

Recensione “F.B.I. e la banda degli angeli” di Steve Carver (1974)

Steve Carver dirige con mano sporca e veloce la storia di Wilma McClatchie, madre single e fuorilegge interpretata da una magnetica Angie Dickinson che domina lo schermo con carisma e sensualità.

Siamo nel pieno della Grande Depressione e Wilma, insieme alle sue due figlie, decide di farsi giustizia da sola rapinando banche e facendo saltare depositi di whisky di contrabbando.

Il film mixa azione forsennata, crimine on the road, seduzione e violenza in un cocktail irresistibile che omaggia Bonnie and Clyde con spirito grindhouse. La Dickinson, lontana dalle parti canoniche di Hollywood, si cala in un personaggio sfrontato e libero, icona di un cinema di serie B che non chiede scusa a nessuno.

Tra sparatorie, inseguimenti in auto d'epoca e momenti di nudo esplicito, questo film, prodotto dal grande Roger Corman, è un documento perfetto del cinema popolare di quel decennio. Un film che non fa prigionieri, veloce, scollacciato e maledettamente divertente.

En cours de lecture

Recensione “Sangue blu” di Robert Hamer (1949)

Nel 1949, Robert Hamer firma il capolavoro assoluto della commedia nera britannica: "Sangue blu". Otto omicidi, un solo attore straordinario (Alec Guinness), e una satira feroce dell'aristocrazia inglese che continua a far discutere dopo settant'anni.

Louis Mazzini decide di vendicarsi della famiglia che ha ostracizzato sua madre eliminando sistematicamente tutti gli eredi che lo separano dal titolo ducale. Ma è davvero possibile ridere di fronte a otto assassini?

Hamer ci dimostra di sì, costruendo un'opera che è insieme brillante, disturbante e profondamente umana. Un film che ha ridefinito i confini della commedia cinematografica e che ci costringe ancora oggi a interrogarci sui limiti della moralità e sul prezzo dell'ambizione.

Scopriamo insieme perché questo gioiello degli Ealing Studios rappresenta uno dei vertici assoluti del cinema mondiale.


En cours de lecture

Recensione “Racconti fantastici” di Daniele D’Anza (1979)

Nel 1979, la RAI produce uno degli sceneggiati più visionari e inquietanti della televisione italiana: "Racconti fantastici" diretto da Daniel D'Anza.

In quattro puntate memorabili, il regista trasforma i capolavori di Edgar Allan Poe in un'esperienza visiva ipnotica e angosciante, dove l'horror psicologico incontra la raffinatezza del teatro filmato. Tra scenografie espressioniste, atmosfere claustrofobiche e interpretazioni intense, D'Anza cattura l'essenza del genio nero di Poe: la follia, l'ossessione, il terrore che si annida nell'animo umano.

Uno sceneggiato che ha segnato un'epoca, dimostrando come la televisione italiana sapesse creare opere d'arte capaci di restare impresse nella memoria collettiva. Un cult assoluto per gli amanti del gotico e del fantastico, che continua a esercitare un fascino sinistro e irresistibile.


En cours de lecture

Recensione “All That Jazz – Lo spettacolo continua” di Bob Fosse (1979)

In questa puntata ci immergiamo nell'universo sfavillante e autodistruttivo di 'All That Jazz - Lo spettacolo continua', il capolavoro viscerale di Bob Fosse del 1979.

Un viaggio allucinato nella mente di Joe Gideon, coreografo geniale e uomo sull'orlo del collasso, dove la linea tra palcoscenico e vita reale si dissolve in una danza macabra. Fosse trasforma la sua autobiografia in un musical carnale che non teme di mostrare il lato oscuro dello showbusiness: l'ossessione per la perfezione, l'autodistruzione, l'abuso di sostanze e la ricerca spasmodica di approvazione.

Con Roy Scheider in una performance straordinaria, il film vince la Palma d'Oro a Cannes e quattro Oscar, rivoluzionando il genere musicale con una regia innovativa, montaggi frenetici e coreografie che mescolano l'eleganza di Broadway con l'angoscia esistenziale.

Un'opera che ancora oggi continua a influenzare cinema e teatro, dove ogni numero musicale è una confessione, ogni passo di danza un grido d'aiuto.