La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

Valerio Tagliaferri

"La Foglia d'Acanto" è il podcast che nasce dall'amore – o forse sarebbe meglio dire, dall'ossessione – per le storie. Che siano scritte su carta, proiettate su uno schermo o diluite in più puntate da divorare sul divano. Dopo aver trascorso anni a scrivere recensioni per il mio blog www.valeriotagliaferri.it, ho deciso di portare questa passione anche in formato audio, per permettervi di ascoltare le mie riflessioni mentre andate al lavoro, preparate la cena o semplicemente cercate un po' di compagnia durante le giornate frenetiche. Buon ascolto, Valerio.

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Recensione "Ladri di saponette" di Maurizio Nichetti (1989)

In questa puntata analizziamo "Ladri di saponette", la geniale satira di Maurizio Nichetti che anticipò di trent'anni i nostri incubi digitali.

Un film visionario che racconta come la pubblicità possa letteralmente invadere e corrompere l'arte cinematografica, trasformando il neorealismo in bianco e nero in un carnevale consumistico a colori.

Nichetti costruisce una parabola amara e divertente sulla perdita di purezza del cinema, creando uno dei capolavori più sottovalutati del nostro cinema degli anni Ottanta. Una riflessione ancora tremendamente attuale nell'era dello streaming, della pubblicità indiretta e della frammentazione narrativa dei social media.

Scopriamo insieme come un regista milanese riuscì a predire il futuro dell'intrattenimento, quando Netflix era ancora fantascienza e TikTok ...un tic nervoso.


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Recensione “Latitudine Zero” di Ishiro Honda (1969)

Immergiti nelle profondità dell'oceano con "Latitudine Zero", il visionario film di fantascienza del maestro Ishiro Honda.

Questa produzione internazionale nippo-americana del 1969 ci trasporta in un mondo sottomarino popolato da scienziati, avventurieri e creature mostruose in una battaglia epica tra bene e male.

Honda, il padre di Godzilla, abbandona temporaneamente i kaiju per esplorare le meraviglie degli abissi oceanici, creando un'opera che mescola elementi di Jules Verne con la sensibilità del cinema fantastico giapponese. Tra sottomarini futuristici, basi segrete e tecnologie impossibili, il film rappresenta un affascinante esempio di come il cinema di genere degli anni '60 sapesse sognare in grande nonostante budget limitati.

Un'avventura trash sottomarina che conferma Honda come uno dei più creativi registi del fantastico mondiale.


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Recensione "Il turista involontario" di Anne Tyler (1985)

Nel 1985, Anne Tyler pubblica quello che molti considerano il suo capolavoro assoluto: "Il turista involontario". La storia di Macon Leary, scrittore di guide di viaggio che odia viaggiare, diventa nelle mani della Tyler un'esplorazione magistrale del dolore, della perdita e della possibilità di rinascita.

Dall'incontro con Muriel, l'anticonvenzionale addestratrice di cani che stravolge la vita ordinata di Macon, alle dinamiche familiari dei bizzarri fratelli Leary, analizziamo un romanzo che ha saputo raccontare l'America reaganiana attraverso la lente della quotidianità borghese.

Un'opera che dimostra come la grande letteratura nasca spesso dalle piccole epifanie domestiche e dai gesti più semplici della vita di tutti i giorni.


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Recensione "48 ore" di Walter Hill (1982)

Nel 1982, Walter Hill realizza quello che diventerà il manifesto del buddy movie moderno. "48 ore" con Nick Nolte e Eddie Murphy non è solo un film d'azione: è uno specchio impietoso della società americana reaganiana, un'analisi spietata dei rapporti di potere e dei pregiudizi razziali mascherata da intrattenimento popolare.

In questa puntata de "La Foglia d'Acanto" esploriamo come Hill sia riuscito a trasformare una semplice caccia all'uomo nelle strade di San Francisco in una riflessione profonda sulla virilità, sull'amicizia e sulle tensioni sociali dell'America degli anni '80.

Dalla chimica elettrizzante tra i due protagonisti alle implicazioni sociologiche di un film che ha influenzato un'intera generazione di cinema d'azione, scopriamo perché "48 ore" mantiene ancora oggi una modernità e una forza cinematografica sorprendenti. Un'opera che ha saputo anticipare molte delle contraddizioni che continuano a segnare la nostra società contemporanea.


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Recensione “Crimson Peak” di Guillermo Del Toro (2015)

In questa puntata ci addentriamo nell'universo gotico di "Crimson Peak", il capolavoro visivo di Guillermo del Toro che nel 2015 ha ridefinito il cinema horror attraverso una fusione perfetta tra bellezza e terrore, omaggiando il maestro Alfred Hitchcock.

Un film che trasforma la classica ghost story vittoriana in un'esperienza sensoriale travolgente, dove ogni dettaglio scenografico racconta una storia e ogni ombra nasconde un segreto.

Del Toro costruisce un palazzo della memoria fatto di rosso cremisi e oro decadente, dove Mia Wasikowska, Tom Hiddleston e Jessica Chastain danno vita a personaggi tormentati da passioni distruttive e fantasmi del passato.

Più che un semplice horror, "Crimson Peak" è un'opera d'arte totale che celebra l'estetica gotica attraverso scenografie mozzafiato, costumi sontuosi e una fotografia che trasforma ogni inquadratura in un dipinto carnale e sanguinario.