La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

Valerio Tagliaferri

"La Foglia d'Acanto" è il podcast che nasce dall'amore – o forse sarebbe meglio dire, dall'ossessione – per le storie. Che siano scritte su carta, proiettate su uno schermo o diluite in più puntate da divorare sul divano. Dopo aver trascorso anni a scrivere recensioni per il mio blog www.valeriotagliaferri.it, ho deciso di portare questa passione anche in formato audio, per permettervi di ascoltare le mie riflessioni mentre andate al lavoro, preparate la cena o semplicemente cercate un po' di compagnia durante le giornate frenetiche. Buon ascolto, Valerio.

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Recensione “Tavole separate” di Delbert Mann (1958)

"Tavole Separate" di Delbert Mann, tratto dall'omonima commedia di Terence Rattigan, è un intenso dramma esistenziale che esplora con delicatezza le crepe dell'animo umano. Ambientato in una piccola pensione a Bournemouth, nel sud della Gran Bretagna, incastona le ottime interpretazioni di Burt Lancaster, Deborah Kerr, David Niven e Rita Hayworth.

Mann costruisce un ritratto intimista e doloroso delle relazioni umane, dove i non detti pesano più delle parole. La regia sobria e attenta ai dettagli psicologici dei personaggi rende questo film un'opera di rara sensibilità, capace di interrogarsi sui ruoli sociali, le convenzioni e il falso perbenismo degli anni '50.

Un classico del cinema che mantiene intatta la sua forza emotiva e la sua attualità nel rappresentare le fragilità del cuore umano.

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Recensione “Aristotele detective” di Margaret Doody (1978)

Quando la filosofia incontra il giallo: Margaret Doody trasforma il più grande pensatore dell'antichità in un detective dell'Atene del IV secolo a.C. In "Aristotele Detective", pubblicato per la prima volta nel 1978, la scrittrice canadese crea un esperimento narrativo straordinario che anticipa di decenni le tendenze della letteratura contemporanea.

Attraverso gli occhi del giovane Stefanos, assistiamo a un'indagine che applica il rigore del metodo aristotelico alla risoluzione di un omicidio, in un'Atene minuziosamente ricostruita. Un romanzo che funziona su più livelli: giallo riuscito, divulgazione storica e riflessione sulla natura della verità.

Doody riesce nell'impresa di far dialogare antico e moderno, creando il capostipite di una serie che ha influenzato un intero sottogenere letterario. Una investigazione filosofica che dimostra come l'erudizione possa sposarsi perfettamente con l'intrattenimento, regalando al lettore un'esperienza di lettura tanto colta quanto avvincente.


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Recensione “Senza tetto né legge” di Agnès Varda (1985)

"Senza tetto né legge" di Agnès Varda, vincitore del Leone d'oro a Venezia nel 1985, è un'opera cinematografica radicale che segue gli ultimi giorni di vita di Mona, giovane vagabonda interpretata da Sandrine Bonnaire in una performance indimenticabile.

Attraverso una struttura narrativa frammentaria e retrospettiva, Varda ricostruisce il percorso di questa ragazza ribelle che ha scelto la libertà assoluta della strada, rifiutando ogni convenzione sociale. Il film alterna testimonianze di chi l'ha incontrata a sequenze che mostrano il suo vagare solitario nella campagna francese, creando un ritratto sfaccettato e spietato della marginalità.

La regista della Nouvelle Vague affronta con sguardo lucido e privo di sentimentalismi i temi della libertà individuale, dell'esclusione sociale e della condizione femminile. Mona diventa un'icona ambigua: figura di resistenza per alcuni, fallimento personale per altri, specchio delle nostre paure e dei nostri giudizi.

Varda non romanticizza la povertà né condanna la protagonista, ma la osserva con empatia documentaristica, restituendole dignità narrativa. Un film che interroga lo spettatore sul significato di libertà, solitudine e autodeterminazione in una società che fatica ad accettare chi vive ai margini.


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Recensione “Le inseparabili” di Simone De Beauvoir (1954)

"Le inseparabili" di Simone de Beauvoir, pubblicato postumo nel 1954, è un romanzo autobiografico che racconta l'intensa amicizia adolescenziale tra la protagonista Sylvie e Andrée, alter ego della stessa de Beauvoir e della sua amica Zaza Lacoin.

Ambientato nella Parigi borghese degli anni '20, il libro esplora i temi dell'emancipazione femminile, della ribellione contro le convenzioni sociali e del tragico destino di una giovane donna brillante schiacciata dalle aspettative familiari.

La narrazione intreccia memoir e finzione, offrendo uno sguardo intimo sulla formazione intellettuale ed emotiva di due ragazze alle prese con il peso delle tradizioni e il desiderio di libertà.

Un documento prezioso sulla condizione femminile dell'epoca e una riflessione universale sui legami che ci definiscono. Un romanzo che parla di amicizia, sacrificio e della lotta per conquistare la propria identità in un mondo che impone ruoli prestabiliti.

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Recensione “The Life of Chuck” di Mike Flanagan (2024)

Nella nuova puntata del nostro podcast cinematografico esploriamo "The Life of Chuck", l'ultima fatica di Mike Flanagan tratto dal racconto "La vita di Chuck" di Stephen King.

Un film che ribalta ogni aspettativa, raccontando una vita ordinaria in modo straordinario attraverso una narrazione a ritroso per arrivare alla sua infanzia. Tom Hiddleston regala una interpretazione di rara intensità, affiancato da un cast eccezionale che include Chiwetel Ejiofor, Karen Gillan e Mark Hamill.

Flanagan abbandona temporaneamente l'horror per abbracciare un dramma esistenziale che tocca le corde più profonde dell'animo umano. Tre momenti della vita di Chuck si intrecciano per mostrarci come ogni esistenza, anche la più apparentemente banale, racchiuda universi infiniti di significato. Una riflessione poetica sulla fragilità e la bellezza dell'esperienza umana.